Silvana: Non è mai troppo tardi per iniziare Ashtanga

Nel periodo difficile di tre anni fa, ho cambiato insegnante, shala e tipo di yoga.

Ringrazierò sempre Elena per essere riuscita a portare avanti in quei momenti, con coraggio e amore, la Shala e le nostre pratiche.

La relazione amorevole, fatta di rispetto e scambio emotivo, mi ha fatto innamorare di questo nuovo modo di praticare, della Shala e delle energie di chi lì, praticava.

Questo innamoramento mi ha portato ad iscrivermi subito al corso intensive che stava iniziando… non sapevo nemmeno la sequenza, ma Elena mi ha dato una piccola spinta (ero decisa, ma timorosa di imbarcarmi in qualcosa di troppo complesso per me) e ho iniziato.

Il percorso è stato impegnativo, ma affascinante e il gruppo che si era creato, meraviglioso.

Conquistata da questa disciplina di vita, ho insistito anche con mia figlia Amina perché venisse a praticare: mi vedeva in casa stendere il tappetino e eseguire le sequenze, con allegria e tantissima voglia di mettermi in gioco e imparare… non è stato difficile portarla con me!

Ora è lei un esempio per me di grazia, volontà e introspezione.

In questi pochi anni di pratica mi sono rammaricata di non aver iniziato prima, avrei avuto forse più capacità, elasticità e mi sarebbe costato meno in termini di fatica fisica, ma tutte le volte che arrivo nello spogliatoio, svanisce la stanchezza del giorno prima e il sonno per la sveglia mattutina.

Tutto si dilegua senza nemmeno che me ne accorga…

Aprendo la porta di vetro, dietro una luce soffusa, si raggiunge un’altra dimensione. Spazio e tempo si uniscono con i respiri di chi pratica in un silenzio attivo.

Questo è proprio un buon giorno, un buon giorno intimo, ma efficace perché carico di energie positive e di stimoli.

Il tappetino è diventata la mia meditazione attiva che ricerco durante la settimana perché mi fa stare bene; una meditazione diversa nella modalità rispetto a tante altre praticate, ma che in questo momento sento che mi corrisponde di più.

Potrei andare avanti e scrivere di come mi tocca nel profondo, ma sarei noiosa e invece voglio dire che vivo e ho vissuto anche episodi divertenti… come all’inizio quando dovevo piegare la coperta dopo Shavasana e non riuscivo a riporla piegata come avrebbe voluto Elena e incredibile ma vero, c’è voluto del tempo perché riuscissi nell’impresa!

Oppure come rigirare i piedi da chaturanga.. mamma mia quante volte sono stata con Elena vicina a ripassare! Mi sembrava semplice, mi sembrava di farlo … ma facevo altro!!

Poi c’era un altro dono in Shala: quella creatura meravigliosa che mi ha accompagnato fino a poco fa, il nostro dolcissimo Ghiri: sapeva sempre quando venire a farmi la coccola in più quando mi serviva, il suo respiro mi calmava. È stata una presenza forte, eppure delicata. Ringrazio anche lui per essersi fatto trovare sul mio cammino.

Ed eccomi qui, piano piano senza quasi accorgermene, tra un discorso serissimo e una risata troppo vigorosa, cercando sempre una perfezione irraggiungibile, sono arrivata quasi alla fine della prima serie facendo cose che mai avrei pensato.

È così: lo yoga mette a disposizione tecniche e aiuti che ci facilitano e incoraggiano lo sviluppo di un equilibrio interiore, e questo deve avvenire sempre nel reciproco scambio di una relazione competente

Qui nella nostra shala siamo sostenuti da Elena, Bea, Manuela, Sara, Alessio; con tanta pazienza, tempo e comprensione siamo sempre accompagnati con un sorriso in questa ricerca spirituale, mentale e fisica. Grazie a tutti.

Grazie anche a una persona che non ho conosciuto e che ci ha lasciato in questi giorni, Sharath Jois. Una perdita che mi ha addolorata molto.

La posizione che preferisco?

Se dicessi che non riesco a vedere nessuna preferenza perché tutte mi fanno soffrire e tutte mi danno gioia?

In tutti gli asana trovo difficoltà, più vado avanti e più, cercando di migliorare, vedo quanto siano difficili anche posizioni che sembrano “banali”.

Eppure trovo che quando risultano confortevoli, siano non solo efficaci ma anche belle

Dovendo proprio scegliere, allora per me  potrebbe essere Paścimattānāsana, è un asana che mi aiuta nella concentrazione, e mi distende anche internamente. 

La sensazione di sentirmi centrata credo sia data dall’unione della respirazione e questo piegamento in avanti.

Credo che questo asana aiuti a far fluire energia attiva dai chakras della colonna.

Un abbraccio di bene a tutti.
Silvana

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