Maha Kumbh Mela 2025

Un racconto di elena de martin

Un’esperienza così travolgente e toccante da ogni punto di vista, almeno una volta nella vita “si ha da fare”!
Questo è tutto ciò che mi viene da dire dopo aver passato una decina di giorni travolta da un’energia che nemmeno con la più fervente fantasia, è possibile immaginare.

Vengo in India dal Natale 2000 e da quella volta ho capito che c’è una parte di me che appartiene a questo paese e che quando mi trovo qui (scrivo dall’India questa testimonianza), mi sento indubbiamente a casa.

L’ odore, il profumo, i colori, la bellezza e la follia che sono, insieme a mille altre cose, le caratteristiche dell’India, mi sono estremamente conosciute nel profondo ed esserne immersa per me è vivere davvero la mia dimensione. 


Sicuramente la spiritualità di questo luogo, che fonda le sue origini in sacre scritture antichissime, probabilmente le più antiche al mondo che noi conosciamo e dove si narrano leggende e storie mitologiche di straordinario significato, è ciò che rende l’India così unica e a volte davvero poco comprensibile. Eppure quando si comincia a capire come gli indiani vivono la spiritualità, allora capisci anche come eventi come il Kumbh Mela possano esistere e possano svolgersi in un modo così pacifico, che per la nostra mentalità sono assolutamente impensabili, oltre che impossibili: eppure in India si può!

Le varie edizioni del Kumbh Mela avvengono a rotazione in 4 città, Prayagraj, Haridwar, Nashik, Ujjain come riportato nell’Atharva Veda, e a seconda del numero di anni: Maha ogni 144 anni, Purna ogni 12 anni, Ardh ogni 6 anni e Kumbh Mela ogni 4 anni. Il periodo è sempre dettato dalle congiunzioni astrali di Giove, Sole, Luna e Saturno. I 12 anni corrispondono al giro intorno al sole di Giove e i 144 a 12 giri.

Quando 12 anni fa, nel 2013 si svolgeva il Purna Kumbh Mela a Allahabad (attuale Prayagraj) nel nord dell’India dissi a me stessa: il prossimo non me lo perdo! Svolgendosi il Purna Kumbha Mela proprio ogni 12 anni, ecco che nel 2025 non ho perso quest’occasione e insieme a dei meravigliosi compagni di viaggio, miei cari studenti di yoga, abbiamo vissuto questi giorni come mai avremmo potuto pensare fosse possibile. 

Senza saperlo dall’inizio, abbiamo poi capito che questo del 2025 era un evento ancora più speciale, perché quest’anno capitava proprio quella congiunzione astrale che avviene ogni 144 anni. Quindi la versione più grande detta appunto Maha Kumbh Mela. Questo ha portato a Prayagraj, centinaia di milioni di pellegrini. Gli indiani sono degli straordinari viaggiatori, e per gli eventi religiosi, che siano di grande portata o meno, sono disposti a tutto; pensate quale forza possa muoverli un evento come questo che avviene una volta ogni 144 anni! 

Il Maha Kumbh Mela si svolge sempre a Prayagraj (ex Allahabad, ha ripreso il suo nome originario nel 2019) perché lì c’è l’incontro dei 3 fiumi sacri, il Gange (chiamato dagli indiani Ganga), lo Yamuna e il Saraswati (quest’ultimo fiume mitologico, sotterraneo e ormai prosciugato, il fiume sacro dell’antichità intorno a cui si svolsero tutte le vicende del Maha Bharata, il più grande poema epico del mondo).

L’immensità di quello che succede in questi 45 giorni non può essere veramente descritta, bensì solo vissuta, pur tuttavia qualche idea di cosa accade può essere raccontato. 


Lo spazio dove si svolge, chiamato Sangam, è un’area di 45 Acri, esteso nelle due rive del Gange e unite da decine di ponti costruiti per l’occasione. Già solo qui si può capire l’enormità di ciò di cui stiamo parlando. Le strutture vengono costruite con modalità indiane, che ai nostri occhi sono sicuramente discutibili (e ho saputo che tutto il materiale usato una volta smontato viene venduto all’asta); le strade all’interno del Sangam sono tracciate da lunghe pedane unite fra di loro che vengono percorse allo stesso tempo da pedoni, tuc tuc, macchine e scooter; lo spazio è talmente vasto che a piedi non può essere visto tutto. Per evitare che la polvere si alzi, le strade vengono spesso bagnate e a momenti ci si ritrova dentro a un pantano che però dura poco, il caldo lo asciuga prestissimo.

Da un certo punto di vista lo spazio, organizzato in 28 settori, è come se fosse un’immensa fiera, dove gli espositori però, non sono aziende che promuovono i loro prodotti, bensì enormi organizzazioni spirituali che propongono la loro visione della spiritualità, attraverso incontri con i loro Guru e Maestri, concerti, conferenze, benedizioni e altri appuntamenti di varia natura, sempre e solo per la crescita e l’evoluzione dell’essere umano. Tutti i più grandi e svariati movimenti spirituali presenziano con grandissimi spazi espositivi che diventano come dei templi, sempre richiamanti immagini sacre, portando e condividendo la loro voce, la loro fede e il loro aiuto per la pace interiore dell’essere umano. Una cosa che ha dell’incredibile, eppure bellissima e che ti trasmette un’energia potente e ti mette di fronte ad una visione così nuova che è impossibile non esserne coinvolti. 

Ci si chiede ovviamente dove tutte queste persone possano alloggiare e come possano raggiungere il Sangam, chiamato così lo spazio terreno dove tutta questa incommensurabile festività accade. 

All’interno del Sangam ci sono milioni (e non esagero) di tende che ospitano i pellegrini, migliaia di toilette installate, bancarelle che vendono polvere rossa e arancione da mettere sulla fronte per la benedizione, mala di rudraksha che tutti indossano, caramelle, zucchero filato, ristoranti di tipici piatti indiani, insomma un bazar senza alcuna regola, ma straordinariamente originale. E poi enormi stand dove puoi mangiare il Tali gratuitamente (combo di tipici cibi indiani), dove vengono nutrite migliaia di persone e in alcune grosse organizzazioni, servono il cibo a oltre un milione di persone al giorno. Una cosa unica come tutto qui, ma questo davvero è sorprendente oltre ogni più estrema idea. 

Se non alloggi al Sangam per arrivarci dalla città devi attraversare le strade con un traffico anch’esso ineguagliabile. Uso tutte parole un po’ estreme, che potrebbero risultare dell’iperbole, eppure vi assicuro che non eguagliano minimamente la realtà. Tornando al traffico, fra macchine, tuc tuc, scooter, biciclette e pedoni, quando ti avvicini pensi che mai potrai arrivare a destinazione: eppure anche lì, non si sa per quale miracolo, e grazie alla pazienza, tolleranza, accettazione e calma degli indiani, tutto si muove e procede. Sicuramente con tempi lunghi, eppure anche questa è un’esperienza che ti lascia solo una scelta, lasciare andare, abbandonarsi al flusso e vedere come per magia che poi ti ritrovi dove volevi essere. 

In questa occasione, si stima che arriveranno nei 45 giorni del grande raduno, circa 400 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione Indiana. Solo a dirlo la mente va in tilt! Eppure è proprio così. Ci sono dei giorni specifici relativi alle fasi della Luna che sono propizi per immergersi nel Gange (che lì e in questa occasione è purissimo!) per purificarsi e ripulirsi dai peccati propri, delle 7 generazioni passate e delle 7 a venire. In questi giorni l’ammasso di gente che arriva è incalcolabile, si dice che il 29 Gennaio, giorno di Luna Nuova, siano arrivati 57 milioni di persone: l’Italia intera che si muove tutta in una sola direzione. In quell’ occasione non si può non menzionare l’incidente accaduto, dove alcune decine di persone sono morte schiacciate. Senza entrare nei dettagli tristissimi della vicenda, so che non esagero nel dire che il paradosso è che per molti di loro morire durante il Maha Kumbh Mela sulle rive del Sacro Ganga è stata una benedizione. Lo so che sembra assurdo anche solo raccontarlo, e per me dirlo è come un sacrilegio, gli indiani però non pensano che tutto finisca in una vita e morire così significa solo una prossima vita benedetta. 

E poi ci sono i Sadhu, i veri protagonisti del Kumbh Mela, i santoni, i rinunciatari, coloro che hanno fatto la scelta di staccarsi dal mondo e che vivono isolati, che vivono totalmente la spiritualità più profonda anche nella loro vita pratica, sostenuti solo da donazioni e aiuti esterni: sono quelli che caratterizzano il Kumbh Mela e sono portatori del vero significato dell’evento. Con il corpo cosparso o meno di cenere, nudi o coperti di semplici pezzi di stoffa rossa o arancione, spesso con i capelli lunghissimi che diventano inevitabilmente dread, si vedono poco in giro nei giorni comuni, ma la mattina alle 3,30 vanno a fare il bagno nel Gange, fanno tutti i loro rituali, poi si ritirano nelle loro tende per il resto della giornata a meditare. Sono invece i più importanti partecipanti durante i giorni propizi per il sacro bagno nel Gange.

Questa esperienza ti mette davanti a cose che mai avresti potuto pensare reali e quando sei inevitabilmente travolto da tutta quella magnificenza, c’è qualcosa che realizzi più di ogni altra:

il Maha Kumbh Mela, che è il più grande raduno di essere umani al mondo, può succedere solo in India. Solo qui si può vedere come l’attitudine degli indiani rende possibili cose impossibili: milioni di persone mosse da uno scopo comune, che diventa lo scopo della loro esistenza per quel momento, li fa essere tutti uniti, vicini, comprensivi, supportivi, pazienti, accettanti, fiduciosi, gioiosi, calmi anche nella difficoltà del momento, tolleranti e straordinariamente aperti all’amore divino. Non ci sono parole che possano esprimere tutto questo, viverlo però ti fa capire che può esistere e dopo una tale realizzazione, nulla nella tua vita può essere uguale a prima. 

E come disse un amico, grande ricercatore e divulgatore della spiritualità indiana, tutto ciò può accadere solo in India e solo per la Grazia di Dio. 

Elena

Facebook