Scritto da elena de martin
Nel primo articolo scritto per la newsletter, mi sono soffermata sull’importanza della pratica e come, nel renderla continua e costante, questa possa determinare in noi un nuovo equilibrio provando uno stato di benessere dimenticato.
Dico “dimenticato” perché spesso nella vita, completamente coinvolti se non addirittura sopraffatti dagli eventi quotidiani, cominciamo a perdere quel naturale benessere interiore con cui veniamo al mondo e di cui non percepiamo più la presenza.
Quello su cui desidero portare l’attenzione, è proprio su quello stato naturale, di ben-essere, di spontanea armonia interiore, di sensazione di completezza con cui nasciamo e che gradualmente -al punto da non accorgercene- perdiamo poco a poco.
Questa può apparire una brutta notizia, bensì esiste in tutto ciò la bella notizia, verso cui possiamo dirigerci e cambiare lo stato delle cose.
Ritengo che tornare all’origine, al principio, ci permette di relativizzare ciò che ad un certo punto può sembrare assoluto e riportare alla giusta percezione le situazioni che ci accadono e che viviamo. E’ qui che entra in gioco lo Yoga come strumento e possibilità di indagine per apportare quella diversa visione, quel cambio di punto di vista, quel uscire dal solco delle abitudini spesso non edificanti, per iniziare così un percorso di consapevolezza, che ad un certo punto della nostra vita ci viene richiesto di promuovere e di compiere incessantemente.
Perché tornare all’origine delle cose? Perché quell’origine è sempre in noi e anche se non più sentita e percepita, rimane presente ed è proprio quello stato originale che ci porta un’urgenza dentro. Come potremmo sentire che qualcosa non va se non conoscessimo come invece sono le cose quando vanno bene? Aver conosciuto anche per un attimo uno stato di benessere, ci porta a sapere quando questo manca ed è proprio lì che ambiamo tornare, a cui aspiriamo e che sempre ricerchiamo.
Ecco che capiamo che la ricerca può avvenire solo dentro di noi e ciò a cui ci rivolgiamo istintivamente è proprio quel qualcosa che pensiamo di aver perso.
Lo yoga diventa quindi la nostra guida perché ci permette l’indagine e l’osservazione fino a che ad un certo punto, il ritrovamento e riconoscimento di quella fiammella che non si è mai in realtà spenta, accade.
Diventa così chiaro che nulla d’altro possiamo fare se non ossigenarla e riportarla alle dimensioni di una calda e luminosa fiamma scoppiettante. Da qui inizia il ritorno al nostro tanto anelato stato di benessere ed equilibrio, accompagnati dal grande desiderio di non perderli più e di continuare a nutrirli.
Che cosa succede quando questa fiammella riprende vita e trova nutrimento per esprimersi ancora e al meglio? Che quell’ossigeno che la rinvigorisce, arriva in ogni dove nel nostro corpo e ossigena la nostra mente, cambiando i loro stati abituali e rinnovandoli.
Quando cominciamo a muovere il corpo, rimettendolo in moto, sicuramente all’inizio si fa molta fatica, pur tuttavia con quello stesso movimento inizia a sciogliersi tutto ciò che gli impedisce di muoversi; piano piano le articolazioni, i muscoli e lo scheletro stesso, ritrovano un nuovo funzionamento e inevitabilmente quell’energia vitale che era stata compressa, bloccata, immobilizzata -specialmente nelle articolazioni-, si sprogiona e ricomincia a fluire in noi, non solo a livello fisico, bensì anche a livello sottile, portandoci a riprovare quella conosciuta sensazione di benessere che ci fa stare tanto bene e ci fa essere pieni di vitalità e di gioia.
Lo yoga proprio perché inizia dal corpo, permette allo stesso di liberarsi da tutto ciò che gli impediva di essere aperto e flessibile, il tutto accompagnato dal respiro che porta ossigeno e nutrimento, che a sua volta provoca calore, che a sua volta scioglie tossine e impurità. Partendo dal fisico, per passare dalla mente e arrivare alle nostre emozioni, ecco che entriamo in contatto con il nostro spirito ed è lì che lo yoga diventa una pratica spirituale che ci riporta a noi stessi, al nostro sé profondo e così ad una vita sempre più felice.
Namastè 🙏