Il motivo per cui lo facciamo

Scritto da NOELIA BAQUERIZO

Sono sempre stata una persona che, in modo quasi inconsapevole, si crea delle routine, le quali (grazie alla mia determinazione) si trasformano in una specie di obbligo nella mia giornata. Divento quasi dipendente da questa attività che devo fare o dalla “regola” che mi sono autoimposta e devo seguire. 

Quando ho sviluppato “il piacere di fare yoga”, cosa per la quale ci è voluto un po’ di tempo, ho avuto il medesimo atteggiamento, dovevo fare a tutti i costi 6 giorni su 7, praticando anche i giorni di luna nuova o luna piena. Tutto perché dovevo essere più forte, dovevo avere una pratica più bella e fluida, dovevo allenarmi tutti giorni e dovevo avere una vita salutare. 

 

Tutte cose positive… se togliamo il “dovere”.

Oggi viviamo in una società che impone tantissime cose: come vestirci, dove andare in viaggio, quanto dobbiamo studiare e lavorare, quanto dovremmo guadagnare, che tipi di lavoro dovremmo desiderare, quanto e cosa dobbiamo mangiare e anche come dovremmo organizzare le nostre giornate. Tutte cose che “dobbiamo fare”, le quali in modo inconscio vanno a strutturare il nostro mindset nella seguente modalità: fare, ottenere e ripetere, una costante esigenza in noi stessi di dover fare tutto senza davvero trovarne la bellezza o goderci il percorso. 

Avevo quasi perso di vista la motivazione che mi portava sul materassino ogni mattina e mi stavo lasciando prendere dell’ambizione. Facevo la mia pratica solo perché “dovevo” essere la migliore versione possibile di me stessa.

L’anno scorso lavoravo in un ufficio, facevo la grafica in un’agenzia di branding. Mi alzavo le mattine alle 5, facevo una doccia, mi preparavo per lo yoga e prendevo lo zaino con il cambio di vestiti, la mia colazione e il mio pranzo. Arrivavo in Shala a piedi alle 6 e per le 8 avevo finito la mia pratica e fatto la doccia, pronta per andare al lavoro dove, dopo altri 40 minuti a piedi, arrivavo in tempo per fare la colazione in mensa con i miei colleghi. Loro che si lamentavano dell’ora, che avevano magari dormito poco; almeno una volta ogni mattina qualcuno mi diceva “che brava che fai yoga”, io che invece mangiavo la mia colazione, piena di energia dopo la pratica.

Mi è successo qualche volta, per diversi motivi naturalmente, di non riuscire a svegliarmi per fare yoga. In quei giorni, senza la pratica, non ero contenta ed era difficile mantenere la mia energia alta e positiva durante la giornata. Era come se la pratica mi facesse vedere il mondo con infiniti colori, e la sua mancanza mi facesse vedere tutto grigio.

 

Solo lì ho capito il vero motivo di fare yoga e avere una pratica costante. Lo yoga ti fa stare bene. E questa è una verità tanto fisica quanto mentale, ma soprattutto spirituale. Grazie alla mia gioia e al benessere in generale nei giorni in cui facevo yoga (in confronto a quelli dove non riuscivo a praticare), è cambiato il mio approccio alla pratica.

Non è più un obbligo, si è convertito in un prendermi cura di me stessa, in una sorta di “me time” che mi regalo ogni mattina, che mi fa stare bene, mi fa rilassare il corpo e aprire la mente.  Mi fa respirare in un mondo dove manca il fiato. 
Noe
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