Il ciclo infinito di disperazione e successo

Scritto da beatrice Acquistapace

Come ormai tutti ben sappiamo, il sistema della pratica degli Asana (posture) nell’Ashtanga Yoga si basa su delle sequenze fisse, da imparare e praticare in modo crescente e graduale. 

Tutte le serie dell’Ashtanga Yoga partono con 5 Surya Namaskara (saluti al sole) A e 5 Surya Namaskara B, che vengono considerati una sorta di riscaldamento, seguiti dalle posture in piedi, o 6 posture fondamentali. E tutte si concludono con le posture finali, che hanno lo scopo di calmare la mente e il respiro e di raffreddare il corpo dopo l’intenso sforzo. 

Tra le posture in piedi e le cosiddette chiusure, ogni serie presenta le sue posture in un ordine ben studiato per cui ogni asana sia propedeutica a quella successiva o una controposizione a quella precedente. Inoltre, solitamente ogni sequenza è costruita in modo da andare in crescendo come intensità, fino ad un apice dopo il quale va di nuovo diminuendo. 

Il punto di forza di questa pratica è proprio il dover imparare postura dopo postura, senza omettere quelle che per il nostro corpo risultano più impegnative e sfidanti, ma al contrario portandoci il massimo delle energie e della concentrazione.

Questo ci permetterà di andare oltre i nostri blocchi e di ripulire il nostro corpo da ciò che al momento non gli permette di compiere un determinata asana.

Quando l’insegnante vede che uno studente ha imparato a padroneggiare una postura, gli viene assegnata quella successiva. Può essere che per quella fortunata volta la nuova postura gli riesca in modo semplice, veloce e naturale, perché va ad enfatizzare una sua particolare predisposizione corporea. Ma non passerà molto prima che lo studente incontri una postura che gli pone davanti un vero e proprio ostacolo. È qui che per mia personale esperienza, entra in gioco il ciclo infinito di disperazione e successo nell’affrontare ogni nuova postura. Vi racconto ora come solitamente la mia mente affronta questo ostacolo. 

 Innanzitutto, passa un periodo di totale rifiuto per questa postura che sembra inaccessibile e irraggiungibile… letteralmente “Non ce la faro mai!!”. 
 

Però, se l’insegnante me l’ha assegnata la devo fare, quindi ci provo in modo molto svogliato, quasi forzato, con poco incoraggiamento e tanta disperazione.  

Con il passare dei giorni, delle settimane o più probabilmente dei mesi, la postura però inizia a prendere forma. Ecco che la mente passa dal “Non ce la farò mai” al “Però forse non è impossibile!”. Allora l’impegno diventa sempre maggiore ed entra in gioco l’ego che vuole a tutti i costi riuscirci. 

Dopo altri giorni, settimane, mesi o anni quella postura che mi sembrava impossibile quasi magicamente mi riesce e tutto lo sforzo fisico e mentale viene ripagato. Sono giunta al successo! Ecco che a questo punto spesso l’ego cerca erroneamente gratificazioni… finché può, perché presto il ciclo ricomincia con la prossima postura. 

Come disse Peter Sanson durante un recente workshop a cui ho avuto la fortuna di partecipare, “Ekam ispira, solleva le braccia e porta nuova energia dentro di te; Dve espira, piegati in avanti e lascia andare ogni tensione. Tutto il resto sono solo varianti.”

Non preoccuparti di quanto “avanzato” o meno sei nelle sequenze perché si cammina lo stesso percorso e si raggiunge lo stesso traguardo per ogni postura. Goditi il viaggio e sfrutta ogni occasione per diventare una migliore versione di te stesso, sul tappetino e al di fuori di esso.

Beatrice

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