Ciao a tutti.
Sono Costantino e ho iniziato a praticare yoga l’anno scorso con mia figlia, perché volevamo dedicarci uno spazio e condividere un’esperienza insieme. Non avevo mai fatto yoga prima e pensavo fosse una pratica ‘dolce’ e pure forse un po’ noiosa… Invece, ho scoperto fin da subito quanto questa idea fosse sbagliata.
Praticare yoga dopo i cinquant’anni è complicato perché ti costringe a lavorare su ciò che hai costruito, fisicamente e mentalmente, nel corso degli anni. Come dice Elena, lo yoga porta tutto alla luce. Ti obbliga a esplorare e riscoprire te stesso, a fare pace con chi sei o a farci i conti.
In questi mesi ho capito che lo yoga è un viaggio personale dove ognuno può trovare il proprio percorso, in base ai suoi bisogni.
Puoi intraprendere un viaggio focalizzato sul tuo corpo, cercando costantemente di migliorare la pratica, rischiando talvolta di perderti nell’appagamento prestazionale o nella ricerca dell’asana perfetta.
Oppure, e non necessariamente in alternativa, puoi decidere di vivere un viaggio che ti riconnette con la tua parte più emotiva e spirituale:
una sorta di meditazione in movimento che ti aiuta a mantenere una connessione profonda con te stesso.
In ogni caso, è un viaggio meraviglioso. Un’esperienza incredibile e gratificante che, forse proprio perché è arrivata ‘tardi’ nel mio percorso di crescita personale, consiglio a tutti, a qualsiasi età, in un posto magico come la nostra Shala.
Infine, un ringraziamento particolare a Elena (e a Beatrice, Manuela, Sara…) che con amore, pazienza, competenza, disciplina mi stanno accompagnando in questo percorso.
Chiudo con… la mia posizione preferita: Savasana, la posizione del cadavere (non sorridete). È il momento di riposo alla fine della pratica che ti permette di interiorizzare tutte le energie messe in gioco. Imperdibile.